PERSONALITA' DIPENDENTE: CAUSE, TRATTAMENTI
PERSONALITÀ DIPENDENTE, CARATTERISTICHE, CAUSE, TRATTAMENTI PER USCIRNE.
IL Disturbo di Personalità Dipendente deriva dalle teorie dello sviluppo della personalità di Freud; le persone dipendenti hanno un insieme di "caratteristiche" che è possibile riassumere e brevemente identificare come segue:
- Nella passività
- Nel sottomettersi facilmente nelle relazioni interpersonali e soprattutto con le figure autoritarie
- Nel richiedere continue rassicurazioni e approvazione dei propri comportamenti , l'insicurezza e l'ansia sono strettamente collegate alla paura di perdere l'altro significativo
- Nella bassa autostima e concezione di sé piuttosto fragile: tendono a delegare agli altri il controllo delle situazioni, perché si ritengono inadeguate ad affrontarle, e non prendono posizioni che possano comportare delle responsabilità e delle conseguenze
Secondo il DSM il Disturbo di Personalità Dipendente , compare nella prima età adulta e viene definito in base alla presenza di almeno 5 o più dei seguenti criteri:
1. Difficoltà a prendere decisioni quotidiane senza richiedere eccessiva quantità di consigli e rassicurazioni
2. Ha bisogno che gli altri si assumono la responsabilità per la maggior parte dei settori della sua vita
3. Ha difficoltà ad esprimere disaccordo con gli altri per la paura di perdere il supporto o l'approvazione
4. Ha difficoltà ad iniziare dei progetti o a fare le cose di propria iniziativa
5. Si dilunga eccessivamente per ottenere accudimento e sostegno dagli altri al punto di offrirsi volontariamente di fare cose spiacevoli
6. Si sente a disagio o indifeso, quando è solo, per timore esagerati di non essere in grado di provvedere a se stesso
7. Quando una relazione intima finisce, cerca urgentemente un'altra relazione come fonte di considerazione e sostegno
8. Si preoccupa in maniera non realistica di essere lasciato a provvedere a se stesso.
Quali sono le ipotesi patogene alla base di questo disturbo? Secondo il modello SASB (Structural Analysis of Social Behavior) di L. S. Benjamin ci sono 4 possibili cause:
1. La persona può aver avuto un'infanzia felice ed essere stata accudita in maniera eccellente.
2. La custodia e le cure però non sono terminate con il passare del tempo quindi si è passati da una forma di protezione sana e adeguata all'età a una forma di iperprotezione e quindi di controllo non adeguati alla fase evolutiva; in questo modo la persona non ha avuto modo di sviluppare l'autonomia e la competenza personale, di conseguenza ha elaborato un concetto di sé fragile, bassa autostima, senso di inadeguatezza.
3. Proprio a causa della mancanza di competenza e del senso di inadeguatezza, viene preso in giro dai coetanei, rafforzandosi così ulteriormente il senso di inidoneità.
4. Il punto centrale nella storia della persona dipendente quindi è che ci sia stato un controllo pressante da cui non poter sfuggire, l' unica soluzione è quindi quella di sottomettersi ai propri genitori. Ma la sottomissione può derivare sia da cure eccessive fornite in un periodo evolutivo inappropriato, sia da un controllo di tipo ostile da parte della famiglia. È anche possibile quindi che la persona abbia vissuto in un ambiente familiare privo di messaggi amorevoli, caratterizzato dalla presenza di genitori/familiari attaccanti e abusanti, che in qualche modo si sono, paradossalmente occupati di lui, nel senso che finché c'è controllo, il bambino si sente contenuto, e non gli resta che adattarsi, mantenendo una posizione di bisogno imparando a non chiedere attenzioni amorevoli. Tutto ciò sarà ripresentato fedelmente come uno schema nelle relazioni interpersonali future.
Come intervenire? Nella relazione terapeutica il dipendente tenderà facilmente a compiacere e a dipendere dal terapeuta, quindi nel setting è proprio fondamentale che il paziente si ponga in una posizione opposta a quella di sottomissione a lui tanto congeniale, imparando come differenziarsi dall'altro. Questo aspetto di differenziazione è molto difficile da comprendere e attuare per il dipendente, perché lui ha conosciuto e appreso, per sopravvivere nella sua storia familiare, solamente cosa sono il controllo e l'adattamento e non sa cosa sia l'autonomia.
Il paziente deve imparare a riconoscere i comportamenti dipendenti, a cogliere quali sono i vantaggi nel mantenimento di tale schema relazionale e quali gli svantaggi, da una prospettiva adulta e non da quella del bambino schiacciato dal controllo, amorevole od ostile, dei genitori. È importante nel percorso terapeutico capire quali sono le alternative funzionali nel qui e ora. Solo se il dipendente comprende il senso dei suoi schemi disfunzionali può decidere di modificarli, e un aiuto viene sia da tecniche di tipo comportamentale che da training di assertività. Gli obbiettivi del trattamento sono quindi il riconoscimento degli schemi disfunzionali, comprenderne la funzione, imparare a differenziarsi dell'altro e a individuare e manifestare amore in modo sano, comunicando nella relazione interpersonale in modo efficace. Un aiuto nel favorire il processo di consapevolezza di sé lo forniscono anche le tecniche della Mindfulness, la pratica quotidiana della meditazione contribuisce alla crescita personale del paziente, in merito a ciò, Siegel (2007) ha evidenziato come si creiino modificazioni neurofisiologiche in seguito alla pratica della Mindfulness e quindi della autoconsapevolezza. La Mindfulness consiste infatti nella consapevolezza dell'accettazione di sé, nel qui e ora, senza giudizi, attraverso la meditazione. I concetti di qui e ora, consapevolezza e prospettiva adulta, sono ripresi dalla Analisi Transazionale (vedi Io sono Ok, tu sei Ok! L' Analisi Transazionale ) dove si parla degli Stati dell'Io della persona: Adulto, Genitore, Bambino. Lo Stato dell'Io Adulto corrisponde al modo di funzionamento mentale nel qui e ora, mentre
Bambino e Genitore a un funzionamento mentale del passato. Attraverso l'Adulto è possibile che il paziente sperimenti la consapevolezza, anche attraverso la meditazione, focalizzandosi su ciò che avviene nel momento attuale, imparando ad osservare i dati di realtà con occhi nuovi e non con lo sguardo che aveva da bambino, imparando a utilizzarli efficacemente nella vita attuale e favorendo il processo di autonomia e differenziazione della persona.
Dott.ssa Germana Verganti
Bibliografia:
Benjamin L. S. (2004). Terapia ricostruttiva interpersonale. Promuovere il cambiamento in coloro che non reagiscono. LAS, Roma.
Gayol Noriega G. (2015). Il copione di codipendenza nella relazione di coppia. Diagnosi e piano di intervento. Edizioni Alpes, Roma.
Siegel D. J. (2007). The Mindful Brain: reflections and Attunement in Cultivation of Weel being. W.W. Norton & Company, New York - Londra.
Sitografia:
https://dottoressa-germana-verganti-psicoterapeuta.webnode.it/l/io-sono-ok-tu-sei-ok-l-analisi-transazionale