QUANDO SI PERDE UNA PERSONA CARA, IL DISTURBO DA LUTTO PERSISTENTE E COMPLICATO.
QUANDO SI PERDE UNA PERSONA CARA: LUTTO COMPLICATO
A tutti capita prima o poi nel corso della vita di perdere una persona cara. La maggior parte delle persone vive il lutto in modo naturale, affrontando in modo adeguato e funzionale la perdita. Le fasi del lutto normalmente prevedono una sequenza entro la quale si può oscillare, nel senso che ci può essere una normale alternanza tra dolore per la perdita della persona cara e desiderio di ricostruzione, desiderio di riprendere in mano la propria vita e andare avanti accettando il dolore, accogliendolo ed elaborandolo. Solitamente si passa per determinate fasi:
1. All'inizio, appresa la notizia della morte della persona cara, vi è un senso di sgomento, di shock.
2. Segue una fase di negazione dell'evento, il fatto è troppo doloroso da sopportare che si vive come in uno stato di incredulità.
3. Fase della rabbia per l'accaduto, verso la persona che ci ha abbandonato, o verso altre persone che in qualche modo riteniamo responsabili, ad esempio perché si pensa a negligenze mediche se si tratta di morte per malattia, o verso altri se magari la causa è stata un incidente, addirittura verso altri familiari.
4. Depressione e tristezza: ci si sente senza speranze, vuoti, si avverte terribilmente la mancanza della persona cara, e si ha paura a vivere senza di lei, si tende all'isolamento sociale
5. Inizia la fase della accettazione, dove si rivaluta la situazione, la rabbia e la tristezza vanno scemando, i sensi di colpa verso sé e gli altri sono ridimensionati.
6. Questo permette di gettare le basi per poter ricostruire il proprio futuro, riprendere i propri progetti con un senso di nuova fiducia e ristabilendo e ricostruendo anche i contatti interpersonali precedentemente interrotti.
7. Infine, superate le fasi precedenti, accettata ed elaborata la perdita, si lascia andare la persona cara.
Moglie e Musa di Marc Chagall
Sebbene la perdita di una persona cara sia un evento doloroso, una transizione psicosociale (Lombardo), che come visto nelle fasi precedenti comporta una serie di cambiamenti e nuovi adattamenti al fine di potersi ricostruire e ci siano persone che riescono ad affrontarlo in modo adeguato, bisogna dire che il lutto è uno degli eventi maggiormente stressanti a cui si può andare incontro nel corso della vita. Ci sono infatti situazioni estremamente difficili per vari fattori, per cui il lutto, per una piccola percentuale di persone, è veramente difficile da affrontare e superare, si parla allora di lutto traumatico, persistente e complicato oppure di disturbo da sofferenza prolungata (Prigerson & Horowitz). Alcune persone non possiedono le risorse personali e una rete sociale adeguata di sostegno per superare il lutto e riorganizzare la propria esistenza senza la persona cara. Secondo la teoria dell'attaccamento di Bowlby, con la morte di un individuo a noi caro, si viene a spezzare definitivamente un legame profondo, la persona si sente minacciata nella sua stessa sopravvivenza.
Quando è possibile che si verifichino i sintomi del lutto complicato?
Secondo Neimeyer &Burke ci sono determinati fattori di rischio:
- Stretta parentela con la persona morente
- Genere femminile, specialmente la figura materna
- Stile di attaccamento insicuro
- Alta dipendenza coniugale pre- perdita
Fattori connessi alla morte:
- Perdite multiple in rapida successione
- Bassa accettazione della morte incombente
- Morte violenta come un suicidio, un incidente, un omicidio
- Trovare o vedere il corpo della persona dopo una morte violenta
- Morte in ospedale anziché nella propria casa
- Interventi medici aggressivi: reparto di terapia intensiva, ventilazione, rianimazione
- Ambivalenza riguardo al trattamento
- Conflittualità familiari circa il trattamento da eseguire
- Carico del caregiver.
In questi casi è possibile che le persone rimaste sviluppino il disturbo da lutto complicato e persistente e un Disturbo Post Traumatico da Stress, che abbiano idee suicidarie, e/o manifestazioni psicosomatiche. Oltre ai suddetti fattori va tenuto conto del significato personale che ciascuno di noi attribuisce alla perdita di una persona cara e di "quella" persona nello specifico (Rubin).
Ma in cosa consiste esattamente il Disturbo da lutto complicato?
Secondo il DSM V (Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali) si parla di disturbo da lutto persistente e complicato quando chi ha perso la persona cara ha presentato determinati sintomi per un periodo di almeno un anno in maniera persistente e imperante.
In particolare devono essere presenti almeno 6 dei seguenti sintomi per un periodo di tempo di almeno un anno:
- Difficoltà ad accettare la morte
- Difficoltà ad abbandonarsi a ricordi positivi
- Amarezza o rabbia in relazione alla perdita
- Sentimenti di incredulità o torpore emotivo rispetto alla perdita
- Evitamento di ricordi legati alla morte
- Desiderio di morte come ricongiungimento
- Valutazione negativa di sé, senso di colpa
- Sensazione di vita vuota e priva di senso
- ridotta fiducia verso gli altri
- confusione circa il proprio ruolo nella vita senza la persona cara
- difficoltà a perseguire i propri interessi o le relazioni sociali
Normalmente i sintomi fanno la loro comparsa entro un mese dal decesso, ma anche successivamente, ma ciò che è fondamentale è la durata prolungata dei sintomi, come già detto minimo un anno.
Opera di Munch
Nei casi in cui la morte sia preannunciata, a causa ad esempio di una malattia oncologica in stato avanzato, i familiari possono vivere una sorta di lutto anticipatorio, e qui potrebbe essere utile inserire un programma che aiuti ad affrontare ciò a cui si andrà incontro e a prevenire e contenere una determinata reazione e sintomatologia, questo però spesso non accade e i parenti dei malati terminali sono lasciati a loro stessi, e' veramente quindi molto importante attuare un piano di prevenzione in tutti gli ospedali, nei reparti oncologici e negli Hospice. David Kissane ha dimostrato che ai fini della prevenzione del lutto complicato è utile un modello di cura centrato sulla famiglia e propone alcuni obiettivi che sintetizzo :
1. La comprensione dell'impatto che la malattia terminale ha sui familiari
2. Evidenziare le dinamiche interne alla famiglia , quindi punti di forza e debolezza, stimolando le risorse che ogni membro può dare per sostenere gli altri vicendevolmente sia nella fase precedente l'imminente lutto sia una volta che si è verificata la perdita della persona amata.
In generale il trattamento psicoterapeutico per il lutto è quello di favorire l'espressione delle emozioni di dolore e rabbia, di disperazione e smarrimento, di tristezza, angoscia, vuoto, cercando di individuare gli ostacoli che impediscono una normale risoluzione del lutto, con l'obiettivo di arrivare alle fasi finali sopracitate ovvero l'accettazione della perdita e la ricostruzione di sé in vista di nuovi progetti e relazioni sociali.
Dott.ssa Germana Verganti, Psicologa-Psicoterapeuta
riferimenti bibliografici:
DSM V (2015). Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali. American Psychiatric Association.
De Luca M. L., Greco R. (2012). La valutazione del rischio di lutto complicato: linee-guida per la prevenzione nel contesto delle cure palliative. In Psicologia Psicoterapia e Salute, Vol. 18, No.3, 371-406.
Lombardo L., et al (2007). Rischio di lutto complicato , Rivista Psichiatrica (2014)