Ti senti stanco? Forse è colpa dello smartphone
La tendenza a scorrere velocemente sui social media ed evitare letture più approfondite è un fenomeno, sempre più diffuso, che può essere attribuito a vari fattori psicologici e sociali legati alla natura stessa delle piattaforme.
Vediamone alcuni:
1. Design dei social media: le piattaforme come Facebook, Instagram e TikTok sono progettate per favorire una fruizione rapida dei contenuti. I post sono brevi, visivi e spesso accompagnati da titoli accattivanti che stimolano la curiosità, ma con l'intento di generare un'interazione veloce. Il loro algoritmo promuove contenuti che catturano l'attenzione immediatamente, mantenendo l'utente "intrappolato" in un flusso continuo.
2. Effetto FOMO (Fear of Missing Out): C'è una sensazione di "perdere qualcosa", di "essere tagliati fuori da..." se non si scorre abbastanza velocemente per andare subito al contenuto successivo e poi ancora e ancora. Questo porta le persone a voler vedere più contenuti possibile, rendendo difficile fermarsi a leggere con attenzione.
3. Abitudine al multitasking: Siamo sempre più abituati a fare più cose contemporaneamente, questo riduce la nostra capacità di concentrazione su una singola e specifica attività per periodi prolungati di tempo. Nei social media, spesso consumiamo contenuti mentre siamo impegnati in altre attività, il che rende difficile dedicarsi alla lettura profonda. Ormai gli smartphone sono una appendice onnipresente che ci accompagna in qualsiasi attività, mentre si mangia, mentre si conversa con gli altri, mentre si cerca di leggere un libro, la nostra mente è come se fosse sempre divisa, una parte ascolta in modo approssimativo, l'altra pensa a cosa vedere sul cellulare.
4. Bisogno di gratificazione immediata: a differenza di un video breve o di un'immagine interessante, leggere un articolo richiede più tempo e concentrazione. Il nostro cervello tende a preferire ricompense rapide, come il "like" o la visione di un video divertente, piuttosto che la gratificazione di una lettura lunga che richiede più impegno.
5. Sovraccarico di informazioni: Ogni giorno siamo bombardati da una quantità enorme di contenuti diversi, e la nostra capacità di elaborare informazioni è limitata. Di conseguenza, tendiamo a cercare solo ciò che è facilmente digeribile e visivamente stimolante, scorrendo velocemente per evitare di sentirci sopraffatti.
In sostanza, l’impalcatura delle piattaforme social e i cambiamenti nelle abitudini cognitive ci spingono a cercare gratificazione immediata, ma questo riduce la nostra predisposizione a impegnarci in letture più lunghe e approfondite.
L’esposizione continua e superficiale a post sui social media, senza prendersi il tempo di soffermarsi, può avere diversi effetti negativi sul cervello umano. Ecco i principali rischi:
1. Riduzione della capacità di concentrazione
L'esposizione costante a flussi rapidi di contenuti rende più difficile concentrarsi su una singola attività per un periodo prolungato. Il cervello si abitua a cambiare rapidamente tra un compito e l'altro (multitasking), ma questo comporta una perdita di profondità e qualità del pensiero. Il multitasking riduce l'efficienza e la memoria a lungo termine, oltre a minare la capacità di concentrarsi su compiti complessi.
2. Gratificazione immediata e dipendenza dal "dopamine loop"
Ogni volta che interagiamo con un post (mettiamo un like, commentiamo, guardiamo un video), il nostro cervello rilascia dopamina, un neurotrasmettitore legato al piacere e alla ricompensa. La ricerca di questa gratificazione immediata può diventare compulsiva, creando una sorta di "loop" in cui il cervello si abitua a ricevere ricompense veloci e facili. Questo può rendere più difficile applicarsi in attività che richiedono pazienza, costanza e sforzo, come la lettura di un articolo, di un libro o la riflessione su un argomento più complesso.
3. Sovraccarico cognitivo
La costante esposizione a un numero elevato di stimoli, tra cui immagini, video e notifiche, può portare a un sovraccarico cognitivo. Questo significa che il cervello è costantemente impegnato nel processare e selezionare quali informazioni siano rilevanti, creando stress e affaticamento mentale. Il sovraccarico riduce la capacità di pensiero critico e di elaborare informazioni in modo efficiente.
4. Diminuzione della memoria e dell'apprendimento profondo
Il tipo di "apprendimento rapido" che avviene sui social media, in cui si passa rapidamente da un contenuto all'altro, non permette di memorizzare in modo efficace le informazioni. Il cervello considera questi contenuti come informazioni superficiali, difficili da trattenere a lungo termine. La lettura lunga e riflessiva, invece, aiuta a consolidare la memoria e a favorire l'apprendimento profondo.
5. Stress e ansia
L'esposizione continua a stimoli, soprattutto visivi e uditivi, può aumentare i livelli di stress. Le notifiche frequenti e la necessità di rispondere rapidamente alle sollecitazioni possono farci sentire sotto pressione. Inoltre, l'esposizione a contenuti negativi o comparativi (come immagini di persone che sembrano più felici o di successo) può causare ansia e insoddisfazione.
6. Diminuzione delle abilità sociali
Il costante scorrimento sui social media, spesso senza fermarsi a leggere e riflettere sui contenuti, riduce la qualità delle interazioni sociali. Le conversazioni più profonde richiedono tempo e attenzione, e la frenesia tipica dell'ambiente social diventa un ostacolo per legami significativi.
7. Disturbi del sonno
La continua esposizione alla luce blu degli schermi e l'attività mentale stimolata dai social media possono disturbare i ritmi circadiani, interferendo con la qualità del sonno. Inoltre, non è da sottovalutare una vera e propria "dipendenza da schermo", che aumenta la difficoltà di disinnescare il cervello prima di dormire, con conseguenti ripercussioni sul riposo e sulla salute generale.
8. Rischi per la salute mentale
Un'esposizione prolungata a contenuti superficiali e veloci, e la ricerca di gratificazione immediata, può portare a una sensazione di vuoto interiore e di frustrazione. La costante necessità di approvazione (tramite like,commenti, numero di visualizzazioni) può influire negativamente sull'autostima, mentre l'ansia da confronto sociale è uno dei principali fattori di rischio per la salute mentale, si pensi soprattutto all'impatto sugli adolescenti.
In sintesi l'esposizione continua e superficiale senza una riflessione profonda sui contenuti, ha effetti negativi sul cervello umano, minando la concentrazione, la memoria, la capacità di apprendimento, la salute fisica e mentale. È fondamentale trovare un equilibrio tra l'uso dei social e le attività che aiutano un pensiero più riflessivo.
È possibile intraprendere un processo di reversibilità, o almeno limitare i danni derivanti dall'iperstimolazione dei social media e dal multitasking costante?Si, attraverso un processo che richiede consapevolezza, disciplina e l'uso di pratiche specifiche che favoriscono il recupero e il benessere del cervello:
1. Praticare la mindfulness
La mindfulness aiuta a focalizzarsi sul presente, può aiutarci a riconoscere quando il nostro cervello sta cercando gratificazione immediata e a fermarci per decidere delle alternative più sane. Con il tempo, questa pratica ci permette di ampliare la nostra capacità di concentrazione sulle attività che richiedono maggiore tempo e riflessione.
2. Stabilire limiti di tempo per l'uso dei social media
Creare delle "zone di disconnessione" durante il giorno, in cui si mette da parte lo smartphone, aiuta a ridurre il sovraccarico mentale, favorendo il recupero della concentrazione.
3. Dedicare del tempo alla lettura profonda
Un altro passo importante è l'integrazione di attività che richiedono maggiore concentrazione, come la lettura di libri o articoli più lunghi. La lettura profonda, rispetto alla lettura veloce tipica dei social, stimola il cervello a focalizzarsi per periodi più lunghi e a pensare criticamente. Questo aiuta a "ripristinare" la capacità di concentrarsi senza interruzioni frequenti.
4. Rinforzare la qualità delle interazioni sociali
Piuttosto che limitarsi a scorrere passivamente i post, può essere utile dedicarsi a interazioni più significative, come commentare e partecipare a discussioni più profonde, sia online che in situazioni in presenza. Questo stimola un coinvolgimento più consapevole, nutriente ed appagante con le persone e con i contenuti.
5. Praticare il "digital detox"
Un "digital detox", ovvero un periodo di disconnessione totale dai dispositivi digitali, può essere estremamente benefico per il recupero del cervello. Si possono pianificare giornate o fine settimana in cui non si utilizzano gli schermi, dedicandosi ad attività rilassanti come camminare nel verde, fare attività fisica, stare in compagnia, o dedicandosi alla lettura di libri.
6. Adottare tecniche di gestione dello stress
Poiché l'esposizione continua ai social media può aumentare lo stress, è utile imparare e praticare tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, lo yoga o la meditazione. Questi strumenti aiutano a ridurre l'ansia, il sovraccarico mentale.
8.Supporto professionale
In caso di effetti più gravi sull’autocontrollo o sulla salute mentale (come dipendenza da social media o presenza di ansia), potrebbe essere utile consultare un professionista. La psicoterapia può aiutare a comprendere meglio i meccanismi di dipendenza e a lavorare su strategie più efficaci di disconnessione e miglioramento del benessere mentale.
9. Educazione digitale
Infine, educare sui rischi e gli effetti dell'uso eccessivo dei social media è fondamentale. La consapevolezza dei meccanismi psicologici che influenzano il comportamento sui social media, come l'effetto di "dopamina" e la manipolazione degli algoritmi, aiuta a prendere decisioni più consapevoli sull'uso dei social e degli smartphone in generale.
Conclusioni
Il processo di "disintossicazione" dai social media e dalla sovraesposizione agli stimoli è possibile e può portare a significativi benefici per il benessere mentale e cognitivo. Sebbene non sia un cambiamento immediato, con la pratica costante e l'adozione di strategie consapevoli, è possibile ristabilire un equilibrio a vantaggio di un uso più sano e moderato delle tecnologie digitali.
Dott.ssa Germana Verganti